“Se l’avessi dipinto nelle sue dimensioni reali, non ci sarebbe stato niente di interessante. Non si dice forse che l’arte è l’immaginazione?”
- Kokon Chomonjū-
Quando la gente vide per la prima volta le «immagini di primavera», probabilmente rimase sorpresa dalle dimensioni enormi di pene e vagina. La propensione a ingrandire esageratamente invece di ridurre in scala è una delle peculiarità degli shunga.
Le introduzioni ai libri erotici spesso ribadiscono il mito delle origini che fa risalire la nascita del Giappone all’unione delle divinità maschile e femminile Izanagi (colui che invita) e Izanami (colei che invita).
Gli shunga ci mostrano il concetto di bellezza dell’epoca e del Giappone, in quasi tutti i dipinti i protagonisti sono riccamente vestiti perché era considerato molto più eccitante un piccolo lembo di pelle intravisto tra i tessuti di un kimono che la nudità completa.
Come appare subito evidente a chiunque esamini queste opere, gli shunga non si limitano a raffigurare organi genitali. Insieme a una bellezza che è una gioia per gli occhi, le «immagini di primavera» regalano il piacere aggiunto di testi che descrivono le delizie del dare e ricevere amore tra uomini e donne.
Gli shunga più antichi erano principalmente rotoli dipinti con il pennello, destinati alle classi privilegiate, agli aristocratici e ai guerrieri. Tuttavia, i progressi della xilografia durante il periodo Edo (1603-1868) resero possibile la produzione in serie di libri e stampe, trasformando gli shunga, un piacere riservato originariamente a pochi e facoltosi membri della società, in una forma di cultura popolare a disposizione di tutti.
Le «immagini di primavera» acquisirono anche implicazioni di buon auspicio. Quando la figlia di un daimyo o di qualche ricco mercante si sposava, del suo corredo facevano parte anche splendidi rotoli a tema erotico, come augurio di armonia coniugale e fecondità.
Non tutti gli shunga, però descrivono il rapporto eterosessuale: molti includono anche scene di sesso tra soli uomini, tra sole donne, o tra esseri umani e altre specie viventi (animali, demoni e fantasmi). Ma tutti indistintamente esprimono felicità o piacere.
Artisti di riferimento: Kitagawa Utamaro, Katsusika Hokusai, Torii Kiyanaga, Suzuki Harunobu, Isoda Koryusai, Shiba Kokan, Katsukawa Shunsho, Utagawa Kunisada, Utagawa Kunisada
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