Conosciuto come hōju, cintamani o hōju-no-tama in Giappone, questo gioiello significa conferimento di benedizioni a tutti coloro che soffrono. Porta ricchezza, placa i desideri, porta una chiara comprensione del Dharma (legge buddista) ed esaudisce i desideri, sia nella tradizione indù che in quella buddhista, si dice essere l'equivalente della pietra filosofale dell'alchimia occidentale.
L’Hoju può essere visto in tutto il Giappone in molti luoghi. Il gioiello appare in una vasta gamma di forme artistiche, ad esempio, come i dipinti e nella calligrafia giapponese, come ornamento del tetto del tempio, è spesso visto su ponti (Giboshi), per scopi commemorativi o funerari (sommità del Gorintō) come oggetto tenuto in mano dalle divinità buddiste o in cima alle armi che portano. Le immagini del gioiello che esaudisce i desideri si trovano comunemente anche sui tetti dei santuari shintoisti di Inari, o nella bocca o sotto la zampa del messaggero di Inari, la volpe.
Spesso raffigurato come un singolo globo con una parte superiore appuntita, o come un set di tre gioielli, a volte con un'aureola di fiamma. Questo raggruppamento di tre rappresenta probabilmente i Tre Gioielli (Sanbō) del Buddismo, che sono Buddha, il Dharma (legge buddista) e il Sangha (comunità di credenti buddisti).
Molte divinità sono comunemente mostrate in possesso di questo gioiello tra cui il Kannon dalle 1000 braccia, Jizō Bosatsu, Kokūzō Bosatsu e Aizen Myō-ō e Kichijōten (Dea della fortuna, bellezza e merito).
Daikokuten, uno dei sette dei della fortuna del Giappone, è spesso raffigurato con un gioiello che esaudisce i desideri all'interno del suo martello magico o all'interno della cintura.
Reference: